giovedì 28 marzo 2013

Quando lo stress diventa nocivo

Lo stress è una reazione fisiologica che ci permette di affrontare e di adattarci alle numerose sollecitazioni e “aggressioni” quotidiane. Da notare il termine "affrontare" che evoca sicuramente un pensiero positivo; infatti lo stress di per sé non è negativo, ma è un nostro normalissimo meccanismo di difesa che ci aiuta a superare momenti difficili vissuti da noi come momenti di pericolo.

Quand'è che lo stress diventa nocivo? Quando per una serie di ragioni, il nostro organismo non riesce a rallentare la tensione, anche quando il “pericolo” è passato.


Le ragioni possono essere tante, ma tutte hanno una matrice comune: un disagio psico-emozionale. Molti ricercatori, inoltre, hanno visto che una condizione di stress negativo può anche derivare da un disturbo organico.

Vediamo come si manifesta una reazione normale di stress. Si hanno tre fasi:
  1. la fase di allarme in cui l'organismo si mobilita contro l'agente stressante, il corpo cioè si mette nella condizione di attaccare o di scappare. A livello fisiologico questa fase è caratterizzata da un accelerato battito cardiaco, dalla dilatazione delle pupille;
  2. la fase della resistenza un cui si ha l'attivazione dei meccanismi di difesa, cioè la pressione aumenta ed il sangue affluisce maggiormente verso gli organi essenziali come il cuore, i polmoni ed il fegato. Alcune zone del cervello vengono irrorate in modo minore e pertanto si ha una diminuzione della facoltà di giudizio ed infine viene sollecitato anche il sistema immunitario;
  3. la fase del rilascio durante la quale le secrezioni ormonali (serotonina, adrenalina, cortisolo ecc.) diminuiscono e il corpo torna a uno stato di rilassamento e le funzioni organiche riprendono il ritmo normale.
Lo stress negativo è definito un disturbo psicosomatico, cioè un disagio psico-emotivo che trova espressione in un disturbo fisico. L'apparato digerente è quello più colpito. Basti pensare a quanti casi di stitichezza possono essere determinati da alti stati di tensione: i movimenti peristaltici naturali dell'intestino vengono disturbati e ne conseguono contratture le cui cause sono proprio delle contrazioni emotive.

Molte situazioni oggettive possono causare stress, la vecchiaia ad esempio.

Nell'anziano il corpo subisce un decadimento spesso accompagnato ad un crescente senso di lasciarsi andare ed in questo momento delicato si acutizzano o meglio si somatizzano le condizioni difficili di vita. Pensiamo anche a tutti quelli che svolgono lavori pesanti o turni di lavoro massacranti che portano il corpo ad uno stato di sovraffaticamento tale da rendere la vita dolorosa in tutti i suoi aspetti.

Come si è detto prima i fattori scatenanti oggettivi, tuttavia, sono spesso minori rispetto a quelli soggettivi. Una persona non soddisfatta della propria esistenza o comunque che accusa disagi psicologici ed emotivi sarà sicuramente più soggetta a soffrire di stress. Per capire bene questa situazione basta pensare ad un elastico teso, stato in cui una persona inizialmente stressata si trova, se questo elastico viene teso ancora di più, cioè se non gli si dà la possibilità di ritirarsi, i casi sono due: o rimane disteso perché ha perso l'elasticità oppure si rompe. Nel primo caso siamo di fronte ad uno stress prolungato, il caso della persona stressata cronica e nel secondo invece siamo di fronte ad un tracollo fisico e/o psichico che può sopraggiungere quando la persona non regge più.

Una delle condizioni che più inconsciamente ci minano è il senso di colpa. Questo modo di sentirsi lavora nell'inconscio creando dei disagi che spesso sfociano in contratture emotive, ed ormai è noto come il trattenere emozioni possa essere dannoso per il benessere della persona. Dialogo, ascolto, comprensione sono tutti elementi di cui ognuno di noi ha bisogno sempre... e se fossero questi principi ad essere un vero rimedio per lo stress?

Nessun commento:

Posta un commento